mani. mani di cera che scivolano nella familiarità dell'ovunque. sommersa nei giardini abili. terra. richiamo a me quella terra avorio. laboriosa creazione insaziabile. di vesti leggere e smerigliate. andando dove conduce il fiele. dove si appoggia il tuo contorno. è luce di sonagli. è il buio ad arrivare. sorprenderci. mani. mani che sanno. manni che arrossiscono. ed è tutto così calmo.
sentiresti le mie dita bussare piano sulla tua schiena. come una corrente d'aria calda. gambe. gesti. nei riflessi della luce ti rappresento. immagine di sacrale momento. sentiresti quel respiro che asseconda la fame. che rimane immobile ma danza. quel respiro che parla di presenze. candide curve e voragini. sentiresti la mia mano cadere dall'alto del buio. sprofondare nei lineamenti del sale. il sale della pelle. il sale che cura le ferite. così dalla cera ti plasmo. modellando le tue mani con le mie. da mano a mano. da dita a dita. uno scambio equo di tratti. linee. sapori che fioriscono nuovi. sentiresti acqua nei polmoni. e cibo che ti nutre. quel sibilare calmo tra stoffa e pareti acerbe. cadi a me nell'infinito. così diventi nitida quasi da fare imbarazzo. all'ombra del melo raccolgo il frutto proibito. simile. diverso. maturo.
Sabbia a perdita d'occhio, tra le ultime colline e il mare - il mare - nell'aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord. La spiaggia. E il mare. Potrebbe essere la perfezione immagine per occhi divini mondo che accade e basta, il muto esistere di acqua e terra, opera finita ed esatta, verità - verità - ma ancora una volta è il salvifico granello dell'uomo che inceppa il meccanismo di quel paradiso, un'inezia che basta da sola a sospendere tutto il grande apparato di inesorabile verità, una cosa da nulla, ma piantata nella sabbia, impercettibile strappo nella superficie di quella santa icona, minuscola eccezione posatasi sulla perfezione della spiaggia sterminata. A vederlo da lontano non sarebbe che un punto nero: nel nulla, il niente di un uomo e di un cavalletto da pittore. Il cavalletto è ancorato con corde sottili a quattro sassi posati nella sabbia. Oscilla impercettibilmente al vento che sempre soffia da nord. L'uomo porta alti stivali e una grande giacca da pescatore. Sta in piedi, di fronte al mare, rigirando tra le dita un pennello sottile. Sul cavalletto, una tela.
Oceano Mare - Alessandro Baricco -
e per questo ci sono. ombra scura. pelle calda. occhi scuri. braccia tenere. parole e vizi. sapori e giudizi. OMBRA nera. Carne ROSSA. Anima verde.
"ma la sua bianca ombra..."
Il Cavaliere Inesistente - Italo Calvino -
ed ora qui. con il mio pennellino da pittrice spolvero con pazienza e devozione ogni singola conca. ogni anfratto. e piano piano i capelli si strecciano. le ciglia salgono. la mani tremano un po' meno. lo stomaco. il mio stomaco. il centro di tutti gli amori fatti di stomaco si riempie di mare. questa mattina è una di quelle mattine in cui le pareti bianche come le lenzuola diventano vetri smerigliati. ho la mano destra stanca dal lavoro. ho la mano del cuore simile ad un ramo. ho il piede destro fatto di tante sottilissime radici nodose pronte a cavalcare terre e terre ed ancora terre...
ho ricordato quella strada dove correvi scalza sulla neve. era dicembre. amavi la neve. amavi giocare e masticarla. quella neve che ovattava. che arrossiva al tramonto lasciando intatte le tue radici di zenzero. piedi che se ne andavano. piedi solitari e fieri. e poi finivi a volare con gli occhi. muoverli muoverli a tempo di pensieri sconnessi. quanta vita. ed era la nebbia a parlare per te. erano 12 passi verso una lunga vittoria.
ti ricordo. hai un occhio di cotone. un'altro di raso pregiato. mani smerigliate come la schiuma delle onde. tratti familiari. pelle calda e candida attraversata da tanti minuziosi nei. nei capelli hai lucciole che deragliano. nella schiena strade affollate di formiche amanti.
se entri nella mia vita fallo piano. ma fallo con quel pudore che si ha guardando un opera incompleta senza giudizio.
nello stomaco si aggrappa a forza il tempo di un battito. un colpo dopo l'altro